Brogli alle elezioni regionali: 14 indagati.

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C’era dell’altro. Non erano solo le nomine all’Amam. Ma è il calderone di voti, promesse, favori e mazzette alle elezioni regionali del 2017 nella provincia di Messina il centro-chiave dell’inchiesta che ormai da un paio di anni è gestita dalla Procura di Messina, con un ventaglio di reati ipotizzati che vanno a quanto pare dalla corruzione elettorale all’abuso d’ufficio, dal falso alle minacce aggravate dal metodo mafioso. Un’inchiesta aperta nel 2018, per forze di cose ormai un po’ datata, che però è diventata “visibile” soltanto l’altro ieri con l’interrogatorio del sindaco Cateno De Luca, indagato per abuso d’ufficio dopo il mancato rispetto delle quote rosa in una partecipata del Comune, l’Amam. E gli indagati coinvolti secondo indiscrezioni sono complessivamente quattordici.