C’erano anche altre campagne elettorali.

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C’era molto di più. Almeno all’inizio di questa storia di mazzette e posti di lavoro in cambio di voti, venuta a galla per le elezioni regionali del 2017 all’Ars con l’inchiesta della Procura di Messina. Basti pensare che gli ipotetici indagati iniziali segnalati dalla Dia alla Procura erano ben sessanta. C’era molto di più perché in quei mesi e in quelli a venire gli uomini della Dia di Messina attraverso il monitoraggio dei due personaggi principali dell’inchiesta, i «captatori di voto», ovvero da un lato l’ex consigliere provinciale Carlo “Roberto” Cerreti e dall’altro il messinese molto di casa nella zona ionica Davide Lo Turco, controllarono parecchi accordi elettorali anche per altre campagne, fino al 2018, come quelle della corsa a sindaco nei comuni di Messina, Alì Terme, Roccalumera e anche a Fondachelli Fantina.