Era considerato l’imprenditore di riferimento del clan Grande Aracri. Il 52enne Giuseppe Giglio detto Pino, crotonese doc trapiantato a Montecchio di Reggio Emilia, prima di “saltare il fosso” decidendo nel 2016, di collaborare con la giustizia aveva messo su una rete di società, che tra il Nord Italia e il Crotonese, macinavano guadagni e ripulivano i soldi della potente ‘ndrina che da Cutro aveva esteso la sua “longa manus” nelle ricche terre del Nord. Società e beni per i quali sono scattati ieri i sigilli antimafia della confisca, eseguita tra la Lombardia e il Crotonese dai finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cremona, coadiuvati dalle Fiamme gialle del Comando Provinciale di Crotone.
