Una presunta corruzione di un giudice per evitare l’ergastolo a un boss, servizi segreti, massoneria, pacchi di banconote sottovuoto. Le tre ore di testimonianza del collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio davanti al tribunale di Palmi, dove si sta celebrando il processo “Mala Pigna”, sono state ricche di spunti grazie alle dichiarazioni rese dal 59enne di Rosarno. Dichiarazioni che si sono concentrate sulla sua vicinanza al boss Rocco Molè, ucciso l’1 febbraio 2008, che gli sono costate l’arresto e poi la condanna, per associazione mafiosa seppur mitigata dalla sua scelta di collaborazione. All’interno della sua lunga deposizione, però, hanno trovato posto anche dichiarazioni in certo qual modo inedite e tutte da verificare. Tra queste, le più importanti sono la presunta corruzione di un giudice per permettere a Rocco Molè di evitare l’ergastolo e la sua appartenenza al Sisde, l’ex servizio di intelligence italiano sostituito dall’Aisi dopo la riforma dei servizi segreti del 2007.