Cuscinà capo promotore e con lui pure i genitori

Del gruppo di Giostra, secondo inquirenti e investigatori, Giovanbattista Cuscinà era «capo promotore con compiti direttivi e di organizzazione», in particolare di reperire la droga sul mercato calabrese, catanese e messinese, «di curarne l’acquisto, il pagamento, il trasporto a Messina, la preparazione e il confezionamento in dosi» e il successivo smercio. Stesso ruolo per la madre Maria Cacopardo, che avrebbe sostituito il figlio «in caso di assenza». Ruolo di vertice anche per il padre Francesco, «organizzatore» e suo collaboratore, mentre Viviana Di Blasi avrebbe custodito il denaro provento dell’attività illecita nella «propria abitazione e tenuto la contabilità delle risorse finanziarie del gruppo». Incastrato anche il presunto «custode» dello stupefacente e delle armi, Nicola Mantineo, che avrebbe utilizzato come deposito un immobile abbandonato in vico Bensaia, a Giostra.