Denunciò i gioiesi vicini ai Piromalli: «Minacce di morte a me e ai miei figli»

Accertata la «vicinanza» alla cosca Piromalli, ma non ci sarebbero elementi per «poter affermare la sussistenza dell’aggravante (mafiosa, ndr) contestata». Così il gip di Bologna ha risposto, nell’ordinanza di custodia cautelare, alla richiesta della Dda emiliana che contestava l’aggravante mafiosa per alcuni indagati finiti nell’operazione “Bononia Gate”. Nell’operazione, conclusa due giorni fa, sono rimasti coinvolti diversi calabresi, tra i quali spiccano i gioiesi Antonino Cernuto (finito in carcere) e suo figlio Giuseppe, ristretto ai domiciliari insieme a Pacifico Cocciolo, Roberto Chiarenza, Martino De Leo e Yuri Licopoli; mentre per Nicola Fondacaro di Taurianova e il commercialista Lorenzo Scordamaglia di Zaccanopoli (Vibo Valentia) è stato disposto l’obbligo di dimora. Altre 25 persone sono, invece, indagate a piede libero. La Dda di Bologna ipotizza l’esistenza una rete di imprenditori che sarebbe riuscita a inserirsi nella gestione dei parcheggi adiacenti l’aeroporto attraverso una serie di società che facevano capo a Antonino Cernusco.