Devona, il «facilitatore» imparentato con affiliati

Davanti ai suoi interlocutori si definiva un «facilitatore» per la soluzione di problemi. Mentre all’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, diceva che «non poteva essere toccato» per «i suoi legami con la criminalità organizzata» grazie «alla parentela con zio Carlo e zio Tonino», entrambi ritenuti degli affiliati alla cosca Megna di Papanice. È la descrizione che la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro fa di Giancarlo Devona, il 44enne crotonese che martedì è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Glicine-Acheronte” con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, falso e turbativa d’asta, quest’ultimi due reati aggravati dalla finalità ‘ndranghetistica (sebbene l’aggravante sia stata esclusa dal gip).