Strategie per indebolire le mafie. Il prefetto Francesco Messina, direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, ribadisce i quattro pilastri della lotta a boss e organizzazioni criminali che prescindono da retate, blitz e misure cautelari: «Sequestri e confische dei beni di provenienza mafiosa, la legge sui collaboratori di giustizia, il “41 bis” e l’ergastolo ostativo». La Polizia di Stato scommette ancora una volta sul “laboratorio Reggio”, «dove opera ancora oggi la ’Ndrangheta che l’organizzazione criminale più potente al mondo», per rilanciare la sfida ai mafiosi e a chi, dai politici ai professionisti, scende a patti e stringe alleanza con loro. Il prefetto Francesco Messina spiega: «Noi colpiamo la borghesia mafiosa che a volte non si riesce a individuare con l’attività repressiva. Ed invece si può fare con operazioni come questa. Il procuratore Giovanni Bombardieri ha fatto un lavoro eccezionale a Reggio Calabria: il patrimonio sequestrato è stato accumulato chiaramente con l’intervento della ’Ndrangheta e della cosca Libri. Una parte dell’economia viene asservita agli interessi delle organizzazioni criminali mafiose».
