C’è un palazzo, a Palermo, in via Giovanbattista Ughetti 17, dove continuano a rincorrersi le ombre dei mafiosi delle stragi e di agenti dei servizi segreti, in una sequenza di coincidenze che riserva una sorpresa dietro l’altra. L’ultima l’hanno scoperta i magistrati della procura generale di Palermo che indagavano sull’assassinio del poliziotto Nino Agostino, che con i Servizi probabilmente collaborava per la cattura dei grandi latitanti: il costruttore di quel palazzo, Antonino Seidita, «socio occulto del capomafia Salvatore Cancemi, era vicino o legato ai servizi segreti». Parola di un collaboratore di giustizia importante, Giovanni Brusca.
