Furti e animali infetti così la “zoomafia” mette le mani sulla carne del Sud

Oggi vacche, pecore e capre infette possono finire nei macelli abusivi e poi sulle nostre tavole, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. Il fenomeno non è relegato solo alla Sicilia. Tre mesi fa a Napoli è stato chiuso uno stabilimento abusivo e sono state sequestrate e incenerite 8 tonnellate di frattaglie considerate a rischio per la salute pubblica. Nel 2023 la polizia di Nicosia ha scoperto un giro di macellazioni clandestine di buoi, pecore e capre, rimessi sul mercato in Sicilia e Calabria. Nel 2022 sono stati sequestrati 310 chili di carne non a norma in un macello abusivo del Casertano e in un altro di Reggio Calabria 143 chili. Nel Catanese, nel 2022, sono stati sequestrati un allevamento abusivo di suini neri e un altro con 50 fra pecore e capre: c’era anche un laboratorio rudimentale per la produzione di prodotti lattiero- caseari in violazione delle norme igienico-sanitarie. Solo in Sicilia fra il 2011 e il 2016 sono spariti circa 660mila animali di cui 606mila ovini e caprini e quasi 54mila bovini, dai dati della commissione d’inchiesta istituita dall’ex governatore Rosario Crocetta.