I milioni facili dei giochi online col sigillo dei clan di Cosa Nostra.

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Il giro d’affari era talmente grosso, basti pensare che negli ultimi otto mesi i guadagni illeciti derivanti dall’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse online hanno raggiunto quota 30 milioni di euro – che il principale indagato dell’operazione “Apate” (dal nome della dea dell’inganno, contenuta nel vaso di Pandora), Antonio Padovani, 69 anni, conosciuto come il “re delle slot machine”, era riuscito a mettere d’accordo clan mafiosi rivali, dai Santapaola-Ercolano ai Cappello, dai Mazzei fino ad arrivare ai Madonia (aveva rapporti diretti con stretti familiari del boss Piddu Madonia, che spesso andava a trovare a Caltanissetta e a Bagheria). Il trait d’era il “dio denaro” proveniente dagli affari sul web, che aveva creato una pax mafìosa alimentata da Padovani anche versando lo stipendio alle famiglie degli affiliati in carcere.