I neomelodici “gancio” per i narcos napoletani

Era la droga il grande affare dei “cursoti milanesi”. Perché le estorsioni deter­minano rischi a mai finire, mentre nel settore degli stupefacenti. Il conta­tto diretto non è con le vittime, bensì con la clientela. Carmelo Di Stefano tutto questo lo aveva compreso perfettamente e per questo motivo aveva deciso di riprendersi le piazze di spaccio che a un certo punto erano state gestite dai Cappello e dagli stessi Bonaccorsi. Non ha avuto bisogno di battersi in maniera cruenta, a quanto pare. Ha fatto pesare, piuttosto, le sue doti da stratega, che in tanti gli avrebbero riconosciuto prima dei fatti del viale Grimaldi. E grazie a questa operazione si sa­rebbe garantito introiti mensili certi pari a cinquantamila euro. Che fanno seicentomila euro l’anno. Soldi che servivano ad acquistare altra droga ma anche a garantire stipendi e so­stentamento agli affiliati e a chi di loro finiva dietro le sbarre.