Il clan Grande Aracri e l’Emilia Affari gestiti da un imprenditore.

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Pasquale Brescia è stato il «motore economico» del ramo emiliano della cosca Grande Aracri di Cutro nei settori dell’edilizia, della compravendita di terreni, del reimpiego di capitali illeciti, della falsa fatturazione e delle frodi carosello. Lo mette nero su bianco la Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale, il 21 ottobre scorso, ha confermato la condanna a 13 anni di carcere per il 55enne imprenditore cutrese, coinvolto in uno dei rivoli processuali scaturiti dall’inchiesta “Aemilia” della Dda di Bologna.