Il depistaggio su Borsellino. «L’agenda non era nella borsa»

«Per quanto riguarda l’agenda rossa, l’unica interlocuzione è stata con il dottore Fausto Cardella, che mi prese una borsa dall’armadio e mi fece vedere all’interno una batteria affumicata e un costume in nylon con i lacci. E mi chiese un’opinione e io dissi che, secondo me, quella batteria non era nella borsa ed era stata solo lambita. Se l’agenda fosse stata dentro la borsa il costume avrebbe dovuto incendiarsi prima della carta. Quindi, secondo me, l’agenda non era dentro la borsa se si è bruciata. Il costume era sicuramente dentro la borsa, ma l’agenda no». Lo ha detto l’avvocato Gioacchino Genchi, ex poliziotto ed ex consulente della Procura, sentito ieri come teste nel corso del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio – incorso di svolgimento in Corte d’appello, a Caltanissetta –, rispondendo alle domande dell’avvocato Fabio Trizzino, sull’agenda rossa di Paolo Borsellino.