Di lei potrebbe non essere rimasto che il ricordo, ancora vivo in chi continua a chiedere verità e giustizia. Ma non un corpo da piangere, niente spoglie a cui dare dignità e riposo. Perché l’imprenditrice Maria Chindamo, ufficialmente sparita nel maggio 2016 senza lasciare traccia, per il pentito Antonio Cossidente non solo è stata uccisa, ma «venne fatta macinare con un trattore o data in pasto ai maiali». Per cancellare ogni traccia o possibile indizio. Per trasformarla nell’ennesima voce in elenco dei morti di lupara bianca, quell’esercito di donne e uomini ufficialmente spariti, in realtà ammazzati e sepolti in tombe senza nome.
