Il ritorno in campo della cosca di Arangea

Mentalità e azioni di ’ndrangheta come 30 anni fa, nello stesso preciso stile di quei boss e fiancheggiatori che agli inizi degli anni Novanta avevano messo a tacere lupare e bazooka nel nome della “pax mafiosa”. Ancora oggi nella frazione Arangea, periferia sud di Reggio Calabria, si imponeva il pizzo a chiunque, si assegnavano doti e cariche di ’ndrangheta, si pretendeva l’assunzione nei supermercati di amici e comparelli, si costringevano le piccole ditte a rivolgersi soltanto ai fornitori vicini ai clan e che operavano sul territorio stroncando le offerte a prezzi più vantaggiosi di chi veniva a bussare da zone “straniere” della città; se andava rifatta la facciata del palazzo l’unica opzione era una loro ditta. E si viveva sempre sotto scacco dei capiclan che sapevano come storicamente si eserciti il potere passando dall’asfissiante controllo del territorio. Era ritornata attiva, e anche più che vivace, la “locale” di ’ndrangheta di Arangea. I nuovi scenari ambientali per la Procura antimafia e l’Arma dei Carabinieri sono coincisi con la scarcerazione di Demetrio Palumbo, oggi 75enne ma reduce da 30 anni trascorsi in carcere anche per omicidi consumati nella seconda guerra di mafia.