Il terremoto nel clan dopo il pentimento di Scavone: le videocall fra il boss e la “principala” per la nomina degli incarichi

La moglie del boss Giovanni Nizza, Maria Rosaria Nicolosi, lo sapeva che rischiava la galera. Lo ha detto chiaramente a una donna che al telefono si rivolge a lei come «la principala». «Smettila con queste parole che tu mi fai prendere venti anni». E nel frattempo avverte a chiunque sbaglia a parlare dall’altra parte della cornetta che si «tira a tutti», non per «sbirritudine» ma per tutelarsi, citando l’esempio di uno dei fratelli Strano di Monte Po (non si ricorda il nome preciso). Ora che in galera c’è finita davvero – è stata arrestata dai carabinieri nel blitz Naumachia – però ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Pietro Currò. Così come il marito, detenuto da parecchio tempo. Anche se il carcere non lo ha allontanato dal clan, anzi avrebbe continuato a dirigerlo con l’aiuto della consorte che alle videochiamate autorizzate dalla casa circondariale avrebbe fatto partecipare anche affiliati del gruppo mafioso inserito a piene mani all’interno del clan catanese di Cosa Nostra.