In rapporti con Archi, Cannavò e Spirito Santo

Fedelissimo di Paolo Schimizzi, tra i rampolli della ’ndrangheta di Archi sparito nel nulla e vittima della lupara bianca; referente dei clan «da sempre considerato uomo dei Tegano»; emissario delle cosche per cui «portavo imbasciate e intrattenevo rapporti»; legatissimo e in profonda sintonia con le gerarchie moderne della cosca Libri. Dalle dichiarazioni contenute dagli stralci dei primi verbali confluiti nei processi “Garden” e “Atto quarto” emerge un ruolo da «pienamente intraneo» di Davide Bilardi, reggino di 49 anni. Per tutti il più recente collaboratore di giustizia.