La banda dei carabinieri infedeli. “Le mie soffiate pagate con la droga”.

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«Per i primi tempi voleva solo sequestrare mi dava i pensierini, poi ha cominciato a chiedermi ma facciamo più sequestri, così esce qualche soldo». Prima la cocaina consegnata in caserma in cambio di soffiate e poi pure “la stecca” sui guadagni dello spaccio. Quello descritto alla Dda di Roma dal pentito Maurizio Zuppardo è un sistema inquietante che sarebbe andato avanti per undici anni all’interno della compagnia dei carabinieri di Latina, messo su da alcuni militari, ufficiali compresi, che sarebbero arrivati al punto di falsificare i verbali di sequestro della droga per consegnare parte della sostanza stupefacente all’attuale collaboratore, loro confidente, per fare più arresti.