La cosca Gallace “monitorava” i movimenti delle forze di polizia

La cosca Gallace esercitava un controllo capillare del territorio di competenza, finalizzato fra le altre cose anche a verificare le attività della polizia giudiziaria. Deputato a questo compito (controllare gli investigatori), era soprattutto Francesco Aloi, ritenuto uno degli uomini di fiducia del boss Cosimo Damiano Gallace, anche in virtù dello stretto legame di parentela fra i due. Assieme a Domenico Vitale (49 anni), Aloi, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, teneva «sotto controllo», le forze dell’ordine e i loro movimenti, per mettere in atto eventuali contromosse. Lo dimostra il fatto che il 5 novembre 2020, poco prima che venisse emesso l’ordine di carcerazione nei confronti del boss, Aloi riferiva a Vitale di aver notato la presenza di autovetture delle forze di polizia.