La mani sull’ippodromo. I pm: “Il patron Pinzauti ordinò un’estorsione”

«Gli ho detto Gregorio … io gli ho fatto un contratto a questa persona e tu glielo fai mangiare il contratto per benino». Così parlava l’imprenditore toscano che il Comune di Palermo aveva incaricato di dare nuova vita all’ippodromo della Favorita dopo lo scioglimento per mafia del 2017. Massimo Pinzauti incaricò Gregorio Marchese, il figlio del boss di corso dei Mille ucciso da Riina, di cacciare in malo modo un ingegnere che aveva lavorato per la riapertura della struttura della Favorita. «Gli fai mangiare il contratto per benino e gli prendi anche tutta la roba che ci deve dare, finita la storia». Questa intercettazione risale al 29 ottobre 2020. Pinzauti spiegava a un amico di avere adottato metodi risoluti per cacciare il professionista che non voleva più nel suo team: pretendeva che l’ingegnere firmasse la risoluzione del contratto e rinunciasse a tutti i pagamenti. Il professionista era terrorizzato, i carabinieri del nucleo Investigativo seguivano in diretta l’estorsione: alla fine, l’ingegnere fu costretto a cedere alle pressioni di Marchese.