La ’ndrangheta al femminile, parità di genere in salsa criminale

La conclusione vale per tutti: «I dati dimostrano che, sebbene le donne siano spesso sfruttate e vittime di gruppi criminali organizzati, possono anche esserne attori importanti». È un altro passaggio che alle nostre latitudini calza meno: «Persistenti stereotipi di genere fanno sì che il ruolo delle donne nella criminalità organizzata spesso non sia riconosciuto dagli operatori della giustizia penale. Il mancato riconoscimento dell’azione delle donne nella criminalità organizzata impedisce agli Stati partecipanti di comprendere la complessità del panorama della criminalità organizzata e ostacola la loro capacità di combattere la criminalità organizzata transnazionale o di aiutare le donne a lasciare i gruppi criminali organizzati». A mettere questi concetti nero su bianco è l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che ha appena pubblicato un dossier sul ruolo delle donne nelle mafie.