La parabola del vivaista da incensurato a killer del carabiniere.

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L’aver ucciso un carabiniere non lo aveva turbato più di tanto. «Minchia, in questo posto ho investito, a saperlo…». A saperlo prima che quella notte del 31 maggio, mentre cercava di rubare piante di canapa indiana a quella specie di “socio” a cui aveva da poco ceduto le sue serre, chissà che avrebbe fatto Nicolò Girgenti. Dalla prima, tutto sommato attesa visita dei carabinieri che erano risaliti a lui dal contratto di affitto delle serre in cui fino a qualche tempo prima aveva una produzione di piante ornamentali (almeno sulla carta), pensava di essere uscito indenne.