La riorganizzazione dei Barcellonesi.

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C’erano al centro degli affari i traffici di droga e le estorsioni tra i “ragazzi di mafia” rimasti fuori a Barcellona, dopo che i capi storici erano tutti finiti al 41 bis e non potevano più comandare. Dalle ceneri della Cosa nostra tradizionale del Longano ormai sconfitta e dietro le sbarre erano nati più sottogruppi sparpagliati un po’ ovunque, soprattutto tra Barcellona e Milazzo, a trattare marijuana e cocaina oppure a chiedere un po’ di euro a imprenditori e commercianti per le feste comandate. C’è questo e tanto altro nelle quasi 400 pagine di motivazioni che il gup Monia De Francesco ha depositato in questi giorni per spiegare le ragioni della sentenza “Dinastia”, che nel luglio scorso ha portato a 42 condanne da 2 a 20 anni per un totale di circa 455 anni di reclusione, e a 5 assoluzioni, a conclusione di un’udienza preliminare che a Messina è durata diversi mesi.