L’accusa invoca condanne pesantissime

«Siamo convinti di aver fatto appieno il nostro dovere». Sono le 18.15 passate quando il procuratore capo Nicola Gratteri prende la parola nell’aula bunker di Lamezia Terme per concludere la lunghissima requisitoria, iniziata l’11 maggio, del maxi processo Scott Rinascita. Dal procuratore capo solo poche parole prima del lunghissimo elenco con le richieste di condanna per i 338 imputati che devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato, traffico di droga. Oltre 400 capi di imputazione dei quali dovranno rispondere non solo capi e manovalanza delle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese ma anche colletti bianchi, politici, imprenditori, accusati di avere favorito le ‘ndrine.