L’ascesa e gli affari del boss Megna

Da boss di una ’ndrina rurale a punto di riferimento della ’ndrangheta di tutto il Crotonese e non solo. Si può sintetizzare così la scalata del 74enne capocosca di Papanice, Mico Megna, che dopo essere stato scarcerato nel 2014 era ritornato a tessere trame illecite al punto da diventare l’esponente di spicco della criminalità organizzata nella provincia di Crotone e il riferimento della ’ndrangheta di Polsi. Un’ascesa nella galassia della ’ndrangheta, dovuta anche agli arresti e alle condanne che negli anni passati hanno falcidiato da un lato il potente clan dei Grande Aracri di Cutro, dall’altro la “locale” dei Farao-Marincola di Cirò. A svelare i nuovi equilibri della ‘ndrangheta a Crotone è stata la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro con l’operazione “Glicine Acheronte” che ieri ha portato all’arresto non solo di Mico Megna, ma anche dei suoi familiari e dei sodali più stretti. Un predominio sul territorio che – secondo gli inquirenti – si sarebbe manifestato a colpi affari illeciti: dall’omicidio di Salvatore Sarcone (risalente al 2014), al controllo delle attività di ristorazione, delle sale giochi e del servizio di vigilanza privata.