Le aziende alle dipendenze del clan Libri

Le cosche di ‘ndrangheta di Reggio Calabria continuano a dettare legge in città, nonostante i numerosi colpi inferti dalla procura antimafia. Anni di inchieste, storici esponenti di spicco finiti in galera e vertici dei clan decapitati, non hanno fermato le cosche. Anzi, queste «hanno avuto la capacità di mantenere la propria operatività, rigenerandosi e accrescendo la loro egemonia criminale sul territorio stretto in una morsa soffocante, nei suoi settori strategici». Partono da questa considerazione i magistrati della Dda nella parte di ordinanza di “Atto quarto” dedicata ai concorrenti esterni, in particolare quegli imprenditori che con il loro appoggio avrebbero permesso alle cosche di continuare a infiltrare l’economia sana della città. La procura ha chiesto e ottenuto dal gip distrettuale l’arresto di Nunzio Magno, Antonino Pirrello e Giovanni Zema, e il sequestro delle loro aziende. Secondo i magistrati i tre indagati «sono risultati in affari, in collusione» con i membri del clan Libri finiti nell’operazione “Atto quarto”.