Una economia parallela e sommersa. Legata ai prestiti privati e al successivo impossessamento clandestino di beni e aziende. Un sistema finanziario integrato da strumenti di recupero del credito basati sulla violenza e il ricatto. Con squadroni di “picchiatori” pronti a intervenire per “convincere” i debitori inadempienti a pagare. Oggi sull’usura, al contrario di quanto accadeva fino agli anni 80, le ‘ndrine si sono buttate a capofitto imitando ciò che la “Banda della Magliana” aveva ampiamente sperimentato nella Capitale. I prestiti a strozzo, concessi un tempo dai singoli boss agli imprenditori in difficoltà, sono stati adesso strutturati come ordinarie attività dei clan accanto alle estorsioni e al traffico di stupefacenti, diventando così “voci” di bilancio nella cassa comune – la “bacinella” – perché i guadagni vengano utilizzati a sostegno dell’intera consorteria e reinvestiti.