Milioni e milioni di euro erogati dall’Unione europea, somme a sei zeri che finiscono nelle tasche della criminalità organizzata, soprattutto in Calabria e Sicilia. Che le migliaia di truffe all’Ue scoperte in questo settore siano spesso anelli della stessa catena, destinata a rifornire le casse di ’ndrangheta e cosa nostra, è ormai quasi una certezza investigativa. Ne è convinta la stessa Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, i cui vertici – tra i quali il magistrato catanzarese Sandro Dolce – sono stati sentiti in audizione nelle scorse settimane dalla Commissione parlamentare presieduta da Rosy Bindi.
