Le palazzine dello spaccio continuo. Un andirivieni senza interruzione.

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Per settimane i poliziotti si erano scervellati su come ascoltare le frenetiche trattative giornaliere senza dare nell’occhio e farsi scoprire, nel nuovo fortino blindato della droga che un po’ ha soppiantato nell’immaginario collettivo criminale lo storico Isolato 13 sempre a Giostra, vecchio palazzo di mafia e armi seppellite, di marijuana e cocaina e amori maledetti, come quando quella bella ragazza bionda e d’occhi azzurri rovinò la sua vita senza saperlo, solo affacciandosi alla finestra che aveva appena 13 anni e un giovane boss se ne innamorò perdutamente, per poi chiedere alla madre se potevano uscire. Ma sono altre storie queste.
Il colpo di genio dell’indagine arrivò puntuale quando qualcuno, nell’ennesima riunione operativa, buttò lì la proposta concreta: “… e se muti muti piazzassimo le microspie nelle piante che ci sono nei pianerottoli, visto che le ordinazioni e le consegne avvengono tutte sulla porta di casa?”.