Lo zampino del nipote Carmelo negli affari di “Tamunga” Morabito

Assiduo e fidato interlocutore del superboss originario di Africo. Sarebbe questo l’“abito” che i magistrati della Dda di Reggio Calabria, chiudendo il cerchio sulla maxioperazione internazionale “Eureka” (sono state ben 119 le persone iscritte nel registro degli indagati), avrebbero cucito addosso all’africese Carmelo Morabito, nipote dell’ex “primula rossa” Rocco Morabito, alias “Tamunga”, ritenuto dai magistrati antimafia di mezza Italia e del mondo tra i più importanti trafficanti internazionali di droga al mondo ed esponente di primo piano dell’omonimo clan di ’ndrangheta con basi operative ad Africo. L’inchiesta “Eureka”, grazie al lavoro investigativo e di coordinamento sviluppato per mesi e mesi dalle forze dell’ordine italiane, tedesche, belghe e portoghesi, e, soprattutto, dai magistrati delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Genova, ha consentito agli inquirenti, poco meno di un anno fa, di smantellare dalle fondamenta un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio, al traffico di droga e armi in tutto il mondo, e che dal Sud America, appunto, era diretta da Rocco Morabito.