Il superlatitante Matteo Messina Denaro scriveva: «I giornalisti sono fra gli esseri più disonesti della terra». Il padrino citava l’ex presidente degli Stati Uniti in un quaderno ritrovato dai carabinieri del Ros dopo la sua cattura: «Onore a te, Trump, per averlo pensato e soprattutto per averlo detto». Aggiungeva: «Io lo so da tanti anni ormai sulla mia pelle, ma io sono nessuno e se lo avessi detto io mi si ritorcerebbe contro e come minimo svariate decine di giornalisti ne guadagnerebbero in carriera, in fama, e ovviamente in scorte armate». Matteo Messina Denaro la pensava come il padre Francesco, che nel 1988 fece uccidere un grande giornalista, Mauro Rostagno, il coraggioso direttore dell’emittente Rtc di Trapani: «Don Ciccio diceva che Rostagno era un cornuto – ha raccontato al processo il pentito Angelo Siino – una volta urlò: «Quello è proprio uno terribile, devi sentire le cose che gli scappano dalla bocca ogni sera». Mauro Rostagno è uno degli otto giornalisti uccisi dalle cosche in Sicilia.
