Una vera e propria “organizzazione di stampo militare”: così la definisce il procuratore aggiunto di Messina, Vito Di Giorgio, che ha chiesto e ottenuto l’arresto in carcere di quattro persone, tra mandanti ed esecutori, di quattro omicidi, tra cui quello di Bonomo, considerato di “lupara bianca”. La decisione dei capi, poi il briefing in cui Carmelo D’Amico stabiliva modalità e assegnava ruoli agli esecutori, ai quali venivano poi consegnati cinque milioni di lire come ricompensa. Questo è stato ricostruito dagli inquirenti grazie alle collaborazioni avviate dal 2010 in poi.
