Montante, lo “sbirro” e gli sponsor potenti

Il sistema era una macchina perfetta. Per amici e sodali un generoso di­spenser automatico di stimmate di antimafiosità e di “aiutini” per sfolgo­ranti carriere. Ma chi non si piegava, o più semplicemente chi si faceva troppe domande (e aveva l’ardire di cercare le risposte) subiva la punizione più subdo­la. E alla fine – dopo essere stato spiato, delegittimato con dossier o magari ri­mosso con la complicità di sodali altolocati «è destinato a soccombere», come scrive l’Antimafia nazionale nella rela­zione (bocciata) su Antonello Montante.

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