Sostiene che la documentazione riservata sequestrata nella villa di Serradifalco, dentro la stanza segreta, fosse lì a sua insaputa. Sostiene che i suoi accusatori sono tutti inattendibili: innanzitutto, i pentiti poi, i suoi amici della prima stagione di Confindustria oggi diventati i grandi accusatori, Marco Venturi e Alfonso Cicero. Si difende Antonello Montante davanti al giudice Maria Carmela Giannazzo, che ha firmato il provvedimento di arresti domiciliari. «Io mi sono sposato con le istituzioni – dice – non ho mai avuto vantaggi, né appalti, né finanziamenti».
