La risurrezione della ‘ndrina Molè. Un gigantesco canale del narcotraffico internazionale con l’ingaggio di chimici per gonfiare la resa della cocaina spedita dal Sudamerica e palombari della Marina militare peruviana assoldati per recuperare i bidoni carichi di cocaina lanciati nel mare aperto di Livorno per sfuggire ai radar di sbirri e dogane, l’escalation del racket delle estorsioni imposto «a tappeto» scorrazzando tra Varese, Como il monopolio «manu militare» del mercato ittico più importante della Piana per raccogliere il denaro necessario a foraggiare le famiglie dei detenuti del clan: era diventato nuovamente più che ampio il ventaglio degli affari criminali delle nuove generazioni della cosca Molè.
