’Ndrangheta e appalti in Piemonte Gli indagati dell’inchiesta “Echidma”

Appalti truccati, minacce, corruzione elettorale, politica e anche ‘ndrangheta ad alto livello nell’hinterland di Torino. È il quadro a tinte fosche che i magistrati della Dda di Torino hanno delineato chiudendo le loro articolate indagini su una rete criminale che, secondo l’accusa sarebbe riuscita a realizzare intrecci tra criminalità organizzata e politica nella gestione di affari e cantieri. L’articolata e complessa indagine, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Torino e coordinata dai magistrati antimafia del capoluogo piemontese, sfociata alcuni mesi fa nell’operazione anticrimine chiamata “Echidma” con 35 avvisi di garanzia, avrebbe individuato in Giuseppe Pasqua il capo della presunta associazione mafiosa attiva a Brandizzo e Torino. Classe 1943, nato a Mammola ed emigrato in Piemonte tantissimi anni fa, Pasqua sarebbe riuscito, sottolineano i magistrati antimafia torinesi, a ritagliarsi una «porzione di rispetto», potendo contare sull’appoggio e sull’aiuto di alcune “famiglie” della ‘ndrangheta di San Luca radicate nel Nord Italia e quindi anche in Piemonte, dove comunque continuano ad operare e a tenere sotto controllo il territorio altri potenti e ramificati clan calabresi originari di Platì e Gioiosa Jonica.