‘Ndrangheta e imprenditoria. A Reggio maxi confisca di beni

Colpo poderoso all’asse imprenditoriale-mafioso di Reggio Calabria. Regge la tesi accusatoria della Procura distrettuale antimafia e il Tribunale “Misure di prevenzione” ha messo sotto chiave beni per oltre 40 milioni di euro. Un impero economico-finanziario riconducibile a tre imprenditori di Reggio Calabria che secondo gli inquirenti avevano accumulato fortuna da capogiro «per la vicinanza a una delle famiglie di ‘ndrangheta più influenti della città, i Tegano». La confisca dei beni ha riguardato soprattutto Michele Surace, 65 anni,  e Andrea Francesco Giordano, 71 anni, entrambi condannati nel processo “Monopoli” per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. Coinvolto anche Giuseppe Surace (figlio di Michele Surace).