Il comportamento penalmente rilevante e il profilo eticamente discutibile. È sull’orlo di questa sottilissima area grigia che si muove l’inchiesta “Ducale”, l’ennesimo colpo che la Procura assesta alle comunali 2020 reggine, ma non solo. È tutto il sistema, con le sue storture e le sue brutture, a finire “sotto processo”. Indagati eccellenti, e tanto altro: dalle intercettazioni vengono fuori fatti e atteggiamenti forse troppo spesso “tollerati” ma di certo moralmente censurabili. La tesi della Dda è che chi si rivolgeva a Daniel Barillà per avere sostegno elettorale non poteva non sapere della sua parentela con il boss Domenco Araniti. Tuttavia, secondo il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, Barillà non avrebbe operato su mandato diretto della cosca.
