Nel carcere una “piazza” per lo spaccio di hascisc

Due detenuti nel carcere di Augusta si erano organizzati per gestire uno spaccio di sostanze stupefacenti nella struttura carceraria: il primo, grazie ad un telefono cellulare con il quale poteva dialogare con l’esterno, dava direttive su quantitativi, prezzi e pagamento della droga. Il secondo avrebbe curato il confezionamento e il trasporto dello stupefacente. A fare entrare droga e telefonini erano detenuti al rientro da permessi premio o visitatori che li nascondevano in involucri di patatine, pannolini per bambini, succhi di frutta poi cestinati in appositi contenitori dei rifiuti da dove venivano successivamente “recuperati”. L’inchiesta Alcatraz della Divisione distrettuale antimafia della Procura di Catania ha sgominato un’organizzazione dedita al traffico di hashish nell’istituto penitenziario.