Raccoglievano migliaia di voti e li distribuivano ai loro «amici» politici, da Reggio Emilia, a Parma, a Modena, a Mantova, ed in altri comuni più piccoli, ovunque ci fossero rappresentanti della cosca di Cutro, da decenni trapiantati in Emilia Romagna. Hanno occupato militarmente il territorio gestendo appalti pubblici e privati con metodi che loro stessi definiscono al telefono «alla calabrese, e non alla parmigiana».
