A Locri non si può chiedere il pizzo senza il volere della cosca Cordì. È quanto emerge nell’ambito dell’inchiesta Millenium, in relazione ad un presunto tentativo di estorsione ai danni di una impresa aggiudicataria dei lavori di ripristino e messa in sicurezza della viabilità nei territori di Gerace e Locri in località Strada provinciale 1. Nelle carte dell’operazione si pone l’attenzione ad una vicenda collegata con alcuni degli indagati, in particolare, tra Giuseppe Barbaro (cl. 56), Rocco Bruno Varacalli e Cosimo Cordì (cl. 75), figlio del defunto Antonio Cordì, detto “il ragioniere”. Secondo gli inquirenti Barbaro e Varacalli avrebbero tentato di estorcere del denaro all’impresa con sede legale a Catanzaro, che si era aggiudicata i lavori sulla Provinciale che porta da Locri a Gerace, ma non sarebbero riusciti nel loro intento per via dell’intervento di Cosimo Cordì, ritenuto un esponente di primo piano della cosca locrese, il quale «nel corso di un incontro con Giuseppe Barbaro avvenuto in data 4 novembre 2021, rivendicava la propria competenza criminale sul territorio di Gerace».