Nicolino Grande Aracri non sarà scarcerato.

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Niente da fare. Il boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri, resta in carcere. La Corte d’Assise di Reggio Emilia ha respinto l’istanza con la quale i difensori del 61enne capo della cosca di ‘ndrangheta, gli avvocati Gregorio Viscomi e Filippo Giunchedi, avevano chiesto gli arresti domiciliari del loro assistito per il pericolo di contrarre il coronavirus nel carcere milanese di Opera nel quale è detenuto in regime di 41 bis. Inizia quindi a farsi sentire la stretta voluta dal Governo sulle scarcerazione dei mafiosi, dopo le liberazioni concesse nei giorni scorsi per evitare il contagio dell’infezione tra le sbarre.