Omicidio Mattarella, due nuovi indagati

A lungo inquadrato in un patto inconfessabile che – era la convinzione di Giovanni Falcone – avrebbe potuto riscrivere, «rifare la storia di certe vicende del nostro Paese, anche da tempi assai lontani», per l’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello di Sergio, potrebbe definitivamente tramontare la tesi della convergenza di interessi, dello scambio di favori tra «neri» e Cosa nostra. Riemerge infatti, 45 anni dopo, la pista degli esecutori mafiosi. In un’inchiesta riaperta anni fa, ma di cui si riparla prevalentemente nell’imminenza di ogni anniversario, c’è stata un’accelerazione che porterebbe a escludere definitivamente che gli assassini siano i terroristi neofascisti ritenuti alleati dei boss, Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, peraltro già processati per il fatto specifico e «coperti» da un giudicato assolutorio, ostacolo processuale tecnicamente insormontabile.