Era il campione dell’antiracket, ma si rivolgeva come un boss al commerciante che lo supplicava di sbloccare una pratica. «Parliamoci chiaro – diceva Roberto Helg – c’è una richiesta di 150milaeuro… il problema è che devono essere pagati subito, prima del prossimo consiglio di amministrazione del 25 febbraio». Nell’ultimo anno aveva partecipato a dodici iniziative per promuovere la lotta al malaffare, al fianco di prefetti, questori e magistrati. Ma aveva persino le movenze del mafioso: «Ero terrorizzato – ha raccontato Santi Palazzolo, il pasticciere che ha avuto il coraggio di denunciare – il giorno in cui arrivai nel suo ufficio, alla presidenza della Camera di commercio, mi fece capire a gesti che dovevo tirare fuori il cellulare dalla giacca e lasciarlo sul tavolo. Poi, mi prese sotto braccio, mi portò in un’altra stanza, vicino alla finestra, e sussurrò: “Se ti faccio confermare il sette per cento… poi ci sono da pagare…”».
