L’uso deviato dell’emigrazione. E un patto stretto tra le cosche calabresi ed i casalesi. Le ultime inchieste condotte dalle Dda di Catanzaro e Bologna, coordinate dai procuratori Antonio Vincenzo Lombardo e Roberto Alfonso, e l’articolato rapporto stilato dalla Direzione nazionale antimafia diretta da Franco Roberti, fotografano la paciosa Emilia Romagna come una terra scelta dalla criminalità organizzata meridionale per riciclare denaro, vendere droga, e gestire affari legati ad appalti e subappalti.