Politica, tangenti, mafia: l’affare rifiuti.

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La mafia mette le mani sul business dei rifiuti in Sicilia e nel Paese. E lo fa attraverso tangenti ai funzionari regionali per ottenere autorizzazioni ambientali. Ma anche, e soprattutto grazie ad entrature politiche e intermediari che consentono di avere rapporti diretti con ministri, vice ministri, e poi appalti di Stato, dallo smaltimento dei rifiuti speciali dell’Ilva di Taranto ai contratti su grandi opere da far avere ad altri imprenditori amici, come la condotta fognaria di Acicastello. Ecco il quadro drammatico della corruzione che emerge dalle car¬te dell’indagine della procura di Catania che ieri ha alzato il velo su un grande affare in particolare: quello della discarica di rifiuti speciali di Melilli gestita dalla Cisma, azienda riconducibile all’imprenditore Nino Paratore e al figlio Carmelo, che sarebbero legati a Cosa nostra catanese.