Porto di Gioia, narcos e funzionari infedeli

«Questa settimana facciamo tutto, tranquillo». I funzionari infedeli dell’ufficio Dogane a Gioia Tauro arrestati ieri dalla Guardia di Finanza mantenevano puntualmente gli impegni assunti con i narcotrafficanti che operavano con la benedizione della ’ndrangheta. L’ordine era perentorio: quel carico di cocaina, una partita da una tonnellata, doveva passare indenne dai controlli di scanner ed apparecchiature così sofisticate a cui non potrebbe, né dovrebbe, sfuggire nemmeno un pacchetto di confetti. Erano a disposizione dei boss della droga, come rimbomba l’accusa sostenuta dal pool antimafia di Reggio Calabria diretto da Giovanni Bombardieri, doganieri e spedizionieri del porto di Gioia Tauro: nel blitz sono finiti in manette i funzionari dell’agenzia delle Dogane e dei monopoli, Antonio Pititto (60 anni, di Mileto) e Mario Giuseppe Solano (61 anni di Limbadi), accusati di traffico internazionale di cocaina; ai domiciliari la dipendente di una società di spedizioni, Elisa Calfapietra, 38enne di Gioia Tauro.