«Le sentenze della Cassazione sono pietre tombali, né l’imputato è Lazzaro né l’avvocato è Gesù Cristo». Bruno Contrada ha appena reindossato il suo impermeabile blu si è appoggiato al suo bastone, con la testa di aquila, e prima di chiedere dov’èl’uscita esterna quella laconica frase. Il presidente della Corte di Appello Sergio Nicastro ha appena finito di leggere la sentenza con la quale rigetta, dichiarandola inammissibile, la richiesta di revisione del suo processo.
