Sequestrata e ridotta in schiavitù, accusata di essere causa del suo stesso male. Sepolta tra le mura di casa. Accusata di essere stata causa della morte del marito, con l’incubo che le venissero tolte le figlie e lo scrupolo di aver provocato la morte di suo fratello. L’inferno Giuseppina Multari lo ha conosciuto in vita. Fin quando non ha trovato la forza di denunciare tutto alla magistratura. All’alba i carabinieri del Comando provinciale e del Ros di Reggio Calabria hanno chiuso il cerchio attorno a 16 persone. Alcune sono indagate per traffico di droga, altre per “riduzione in stato di schiavitù” e “sequestro di persona”, di “violenze e minacce”. Giusy non poteva uscire di casa, non poteva incontrare nessuno, la sera era chiusa a chiave in casa. Non le era consentito accompagnare le sue tre bambine a scuola né di scegliersi il medico. Non poteva fare nulla senza l’autorizzazione del suocero Domenico Cacciola.
